Di tutt'altra natura - Associazione Culturale Galleria Papini

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Di tutt'altra natura

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       DI TUTT'ALTRA NATURA
Mostra di VALENTINA BARUCCI - MIMMA LEONORI
       
 
17 Giugno - 2 Luglio 2023
Inaugurazione mostra: Sabato 17 Giugno 2023 ore 18.00
Orario mostra: dal giovedì alla domenica 17.30-19.30
       
 
La natura era bella, quando aveva apparenza d’arte; e l’arte può dirsi bella solo quando, pur essendo consapevoli che si tratta d’arte, ci appare come natura”.  E. Kant

 
Stando ai greci, l’arte è imitazione della natura circostante gli uomini, in altre parole: mimesi. Ma in cosa consista e che valore abbia la mimesi è fin d’allora oggetto d’indagine. Platone, il padre delle idee, la svaluta, per lui l'arte-mimesi è imitatrice delle cose, degli oggetti, che sono, essi stessi, imitazioni; mentre al contrario, il fautore del mondo sensibile, Aristotele, intendeva la mimesi come un’incredibile materializzazione del non visibile, dell'universale.
Per Mimma Leonori, pittrice anconetana, la natura è soggetto privilegiato a partire dall’infanzia quando, da promettente disegnatrice, iniziò a ritrarla nei suoi paesaggi ricchi di elementi tratti dal vero e riprodotti con perizia e maestria con pastelli, acquerelli o colori ad olio. La sua natura, però, non rimase a lungo soggiogata alle regole accademiche e, alla scoperta delle potenzialità della materia pittorica, si rivelò molto più magmatica, intima e personale di quanto una mimesi impeccabile potesse restituire. Per questo il mare della Leonori non ha smeraldine onde curvilinee ma spuma bianca di risacca sulla linea mediana della tela che lascia scoperti scarti di reti da pesca. Oppure diventa uno specchio che si incendia di albe e tramonti rosa e arancioni epici e romantici, tragici e onirici; ci sono poi l’altolà di una tenace fila di fiammelle crepitanti affrontate a una fitta stratigrafia di mare, spuma, cirri e cielo e una finestra d’acqua salata che si affaccia su un lido denso e deserto. I campi e i boschi si innalzano oltre la normale linea dell’orizzonte, vegliati da un albero solitario o attraversati da una ferita rosso sangue. La materia, addensata di emozioni sulla tela, incarna col suo ingombro, la necessità di scavare nella trama più interna delle cose, frugandone l'anima, per scoprire l’identità ultima fra vita e natura, per cogliere l’essenza “organica” del mondo e congiungerla a quella sentimentale.
Per Valentina Barucci, artista romana e docente universitaria di algebra, invece, la natura divenne la risposta all’annoso dilemma posto dalla tela bianca e, dunque, soggetto delle sue opere almeno a partire dall’estate che seguì l’esame di terza media quando si sentì, forse per la prima volta, una pittrice e i suoi schizzi spaziavano dalle piante sino al mare. Nemmeno la sua natura, però, volle seguire percorsi iperrealisti: nei primi esperimenti morbide nuvole in forme curvilinee furono ingabbiate in strutture architettoniche dalle linee spezzate fino poi ad accostamenti più audaci dove elementi naturali e manufatti umani creavano mescidazioni ininterrotte tradotte in collage arricchiti con banconote o trine. La natura immaginifica, poi, si confronta con la costruzione dello spazio umano e, dunque, elementi naturali come vigne, alberi, campi, sono assimilabili a espressioni dell’uomo come la scrittura e, facilmente, possiamo classificarle come modulazioni diverse di una stessa concezione spaziale: è così che i solchi dell’aratro divengono righe di una pagina e i rami degli alberi, frasi. Infine in “Aspettando” la riproposizione di un disegno infantile ispirato ad una scacchiera, sulla quale era giustapposta una panchina, qui si arricchisce del favoloso Argenio, androgino e trasognato protagonista, che aspetta, fondendo, in una nuova natura, l’elemento umano e vivente a quello geometrico.  
Di tutt’altra natura è dunque quest’arte: non è più sua intenzione imitare il naturale creando qualcosa che appaia come si palesa di fronte ai nostri occhi, piuttosto vuol creare qualcosa che ne prenda il posto. Ed ecco che le stesse artiste, la Leonori e la Barucci, si sostituiscono alla madre creatrice, divenendo esse stesse generatrici di un nuovo corso: accantonata la mimesi, la loro natura procede secondo nuove prospettive rigeneranti, ibridate, postumane, forse. Dalla materia manipolata e trepidante, ai materiali riattati in nuove forme, le opere qui esposte sono pure risemantizzazioni dei nostri più intimi paesaggi sentimentali.  

 
Nicoletta Rosetti  

Cenni biografici Valentina Barucci:
Nata a Roma il 19/08/1950.
Sono stata professore ordinario di Algebra presso la Facoltà di Scienze M. F. N. Sapienza, Università di Roma.
Parallelamente al lavoro universitario ho sempre coltivato un’attività di disegno e pittura. Disegnare e dipingere è stata un’attività che per me non si è mai fermata, (pur avendo periodi di produzione di maggiore o minore intensità), forse per via di mia madre, allieva di Luigi Montanarini, che sin da bambina mi mise in mano le matite e i pennelli e mi insegnò qualche tecnica di base, come il tratteggio a matita o l’acquarello o forse per via del mio bisnonno paterno, pittore di una certa fama nell’ambiente romano di fine ‘800 (Pietro Barucci 1845 - 1917).
Spinta da una qualche timidezza e da una scarsa loquacità, la pittura è stata per me un modo per esprimermi.
Ho frequentato negli anni ‘80 la Scuola Libera del Nudo all’Accademia delle Belle Arti di Roma (con la supervisione di Giulio Turcato che dava spesso suggerimenti e proponeva correzioni) e due anni più tardi ho seguito il corso Tracce a via di Torre Argentina, tenuto da Daniela Monaci e Tonino Tamilia per imparare le tecniche di incisione.
L’attività libera mi ha portato, soprattutto in una prima fase, a privilegiare la rappresentazione di fiori e piante, tanto da farmi pensare che un vaso di fiori fosse sufficiente ad esaurire la mia poetica. (cf. ad esempio Pianta, Fiori in fondo blu, Fresie gialle).
Poi ha cominciato ad interessarmi l’accostamento di morbide forme curvilinee con forme rettilinee, come ad esempio le nuvole ingabbiate in strutture architettoniche, (cf. ad esempio qualche opera degli anni ’80 come Stazione e Finestra) oppure, più tardi, le banconote squadrate che si squarciano sulle montagne (Banconote 1).
Anche rappresentare alberi, foglie, angoli di natura con l’acquarello, in veloci sopralluoghi con uno sgabello, ha attirato la mia attenzione pittorica (Palmetta, Pini, Campagna, Rocce sarde).
Alcuni lavori sono nati, soprattutto negli anni ’90, dalla spinta emotiva del mio lavoro di ricerca come matematica. Lavorando via fax ad esempio è nato in un momento di intenso lavoro matematico e la composizione grafica che ne è derivata contiene il segno della frenetica corrispondenza via fax con un collega di Stoccolma, che portò alla produzione di vari articoli scientifici. Il lavoro sui semigruppi numerici, argomento di ricerca matematica più gentile, mi ha portato invece alla creazione di Fresie in semigruppi.
I ritagli di giornale o le pagine di testi scritti mi sono parsi una buona intelaiatura di base per far crescere campi arati o filari di vigna, identificando due diverse opere dell’uomo: le linee parallele delle righe di un testo e i solchi segnati con l’aratro su un campo o una piantagione ordinata (cf. ad esempio Paesaggio letterario o Paesaggio con trina del 2020).
Proprio l’accostamento tra elementi naturali e manufatti umani mi ha portato a rappresentare i rami degli alberi con striscioline di carta di giornale e poi ad aggiungere stoffa, piume, trina (cf. per esempio Si sta come d’autunno..., Tre alberi, Piegati dagli eventi, Zanzara morta). La trina in particolare ha un ruolo centrale in alcuni miei lavori del 20-21 (Ciclone, Vortici, Mare). Il collage su cartoncino, con i versatili colori acrilici, usati talvolta come velature e a volte come coperture uniformi, mi ha permesso di usare questo materiale.
Un personaggio fantastico, né uomo né donna, compare qua e là nei miei quadri. L’ho chiamato Argenio. È nato in uno dei miei primi esperimenti di stampa e poi si ripresenta in lavori molto recenti quali Argenio, Aspettando e Guerra.
Tre dei miei lavori, Finestra, Lavorando via fax e Fresie in semigruppi, sono stati esposti nel 1998 nel Museo-laboratorio di Arte Contemporanea di Sapienza nell’ambito di Homage to Escher, evento organizzato dall’università di Roma; i lavori sono stati poi pubblicati nella rivista on line Leonardo.
Negli ultimi anni ho intensificato il mio lavoro pittorico e in una mostra organizzata nell’ottobre 2020 ho esposto una settantina delle mie opere nella Galleria Ryder (si allega la locandina). La mostra ha avuto un carattere antologico ed ha coperto la produzione di oltre trent’anni della mia attività, è rimasta aperta per due weekend ed ha avuto un significativo numero di visitatori (oltre 200).

Cenni biografici Mimma Leonori:
Dopo anni di sperimentazioni e esplorazione tra le varie tecniche, raggiunge la sua più congeniale capacità espressiva con la pittura informale, che la attrae per l'uso della materia e per la libertà artistica che consente.
"Sono sensazioni" spiega l'autrice "piccole emozioni, a volte non sai cosa stai facendo, ma alla fine il pensiero che era nato nel più profondo si palesa e appare con le sue sfaccettature.
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Quello che muove la superficie dei quadri di Mimma Leonori proviene da un'insopprimibile spinta interiore che la porta ad esprimere la sua ribellione rispetto a situazioni che la società propone. (...) L'artista, infine, si fa portavoce di due mondi: quello dell'intima quotidianità e quello dei grandi temi universali che superano le diversità e ci uniscono” ( Giulia Naspi)
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"Non sono gridati i toni della pittura di Mimma Leonori, ma arrivano alla sensibilità di chi guarda con discrezione , eppure con forza.
La pittrice ha la capacità di guardare le piccole cose e di sentirle parte di sè, di interiorizzare il reale per restituirlo con una grinta soffusa nelle tinte sfocate di suoi quadri e diffuse sulla tela per ottenere una visione onirica. (Lucilla Niccolini).
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L'uso a volte massiccio della materia, il colore graffiato, la presenza di materiali terzi che partecipano e si fondono alla tela e ai colori, separano l'accademismo dell'anima di questa artista elegante che ama i colori neutri che parlano e testimoniano il mare.
E' l'atto della creazione, l'agire sulla tela che decreta la forza di queste opere, composte da gesti amari e nostalgici.
(Nicoletta Rosetti)
 


Curriculum Mimma Leonori

 
Mimma Leonori. Dopo anni di sperimentazioni e esplorazione tra le varie tecniche, raggiunge la sua più congeniale capacità espressiva con la pittura informale, che la attrae per l'uso della materia e per la libertà artistica che consente.
"Sono sensazioni" spiega l'autrice "piccole emozioni, a volte non sai cosa stai facendo, ma alla fine il pensiero che era nato nel più profondo si palesa e appare con le sue sfaccettature" (cit.  Giulia Naspi)
L'artista, infine, si fa portavoce di due mondi: quello dell'intima quotidianità e quello dei grandi temi universali che superano le diversità e ci uniscono” (cit. Giulia Naspi)


 
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