Marenostrum - Associazione Culturale Galleria Papini

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Marenostrum

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MARENOSTRUM – Gisela Robert
 
Inizio mostra: Sabato 5 Febbraio 2022
                   ore 17.30: presentazione presso lo showroom Vittoria Ribighini
                                   Via della Catena 2 - Ancona
                  ore 18.00: esposizione presso la Galleria Papini
Orario mostra: dal martedì alla domenica 17.3019.30


Einwanderungswege. Così Gisela Robert, nativa di Wuppertal, cittadina tedesca tra Düsseldorf e Colonia, ha riassunto, nella sua lingua madre, il senso profondo di questo viaggio in uno dei temi più densi, sentiti e tristemente divisivi della nostra era: le storie dei migranti.

A raccontarle, non a caso, è un’autrice che negli straordinari incontri che il destino riserva, nel viaggio e nella ricerca di una patria affine, ha formato sé stessa e la propria arte: è il racconto della sua vita a rendere tangibili le tracce di colore nelle sue tele e a ricostruirne il senso di veridicità che trasmettono. Sono la grande amicizia con una piccola orfana ebrea, la malattia che la accompagna fin dalla tenera età e lo scontro con la società politicizzata della Germania dopo la seconda guerra mondiale a darle la spinta che dagli studi ceramici la porta all’Accademia di Colonia, dove l’incontro con il direttore Friedrich Vordemberger e il vice-direttore Karl Marx le apre la strada per una lunga e luminosa carriera. Poi il primo viaggio in Italia negli anni 60 nella Vinci di Leonardo, seguito dal trasferimento lavorativo a Napoli, dove alla scoperta della città si affianca la rivendicazione dei diritti salariali dei colleghi italiani, un meraviglioso anno romano completamente dedicato alla pittura ed infine il ritorno in terra partenopea.

I primi “sintomi” dell’amore per l’Italia si manifesteranno proprio dai colori: dal verde (che in Germania non è simbolo di speranza quanto un colore legato alla depressione) passa ai rossi e ai gialli con i quali realizza una delle sue opere centrali di quegli anni: una veduta del Vesuvio dove la forma e il colore iniziano a mescidarsi in una cosa sola. Da qui, l’espressionismo si fonde all’astrattismo e alle esperienze informali dando vita ad un linguaggio che tiene insieme, in un equilibrio armonioso, le avanguardie di inizio Novecento e le sperimentazioni degli anni 60 al servizio dell’attualità e di tematiche politiche e sociali che rimangono centrali nel racconto di questa pittrice poliedrica.

Il corpus raccolto in occasione della mostra alla Papini è tratto da una serie più ampia, dedicata al tema delle migrazioni e all’isola di Lesbo. Tele sulle quali la realtà esterna si rigenera attraverso segno e colore che, nell’astrazione delle forme, eternizzano una riflessione imperitura e mai banale su vicende oggi forse ancora troppo sottovalutate. In Mare Nostrum sono i colori del Mar Mediterraneo a pervadere le fibre della tela, un mare che scorgiamo guardandone gli abissi e ignorandone l’orizzonte. In Naufragio, dove un intrico di colori vivaci è appena velato d’azzurro, a tendere la corda emotiva è il movimento irrazionale e frenetico tracciato dalle nere linee di superficie, circolari o spezzate, più marcate o ormai nient’altro che tracce, testimonianza del fattore umano nella e davanti alla tela. Sono brani tratti dalla quotidianità quelli che Gisela narra, ma al tempo stesso mediati dall’Io interiore e dal vissuto personale di questa artista che, con ancora impresso nella mente il ricordo delle bombe al fosforo su Wuppental, oggi dice “Napoli è la mia città” perché qui chiunque può sentirsi a casa. In SOS gli spessi contorni delimitano entità singole, vicine, coincidenti, fin quasi sovrapposte, dotandosi dell’ordine che torna, in cromie differenti, nei lettering evidenti e in quelli celati che si stagliano nello striscione da corteo, testimonianza quest’ultimo, di quanto la vita e l’arte si intreccino in queste sale. Le riflessioni acriliche della Robert ignorano la figurazione, lo storytelling e la facile armonia, invitando lo spettatore a guardare oltre la verità apparente delle cose e a rileggere la superficie seguendo prospettive multiple, diacroniche e sincroniche. Trasponendo una famosa citazione di Kasimir Edschmid potremmo dire che Gisela non guarda: vede; non racconta: vive; non riproduce: ricrea; non trova: cerca. Al concatenarsi dei fatti –barconi, sofferenze, fame, annegamenti, grida (n.d.a.)– subentra il loro trasfigurarsi.

Nicoletta Rosetti

Biografia di              GISELA ROBERT

Gisela Robert è nata a Wuppertal in Germania nel 1943.
Ha studiato alla scuola di ceramica di Landshut e all'Accademia di Belle Arti di Koln, con Friedrich Vordemberger e Karl Marx.
Negli anni '60 inizia la sua attività  artistica con le prime personali e collettive a Wuppertal e Koln e compie diverse esperienze di viaggio e di studio in Grecia, ltalia, Spagna, Francia ed Egitto.
Risiede dal 1970 a Roma e poi a Napoli dove oltre alla propria attività artistica ha insegnato ai Corsi professionali della Regione: Ceramica, Legatoria, Falegnameria, e Libera Espressione.
Dall'inizio degli anni '80 intensifica la sua attività espositiva partecipando a numerose mostre in ltalia e all'Estero.
Nel 1984 entra a far parte del Bund Bildender Kunstler di Monaco. Con gli anni '90 iniziano invece le sue prime sculture in materiale refrattario che danno il via ad una ricerca scultorea innovativa fino ad arrivare ai recenti lavori in plexiglass colorato.
Attualmente vive e  lavora nel piccolo comune partenopeo di S.Giorgio a Cremano.

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