Just A Present 2022 - Associazione Culturale Galleria Papini

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Just A Present 2022

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Io e la Luna – Mostra di WALTER PAOLETTI
Just a Present”
Un’opera dell’artista Paoletti in omaggio ai soci sostenitori per il 2023

 
  04 - 29 Dicembre 2022
  Inaugurazione mostra: Domenica 4 Dicembre 2022 ore 18.00 presso la Galleria Papini
  
Orario mostra: dal giovedì alla domenica 17.3019.30 (Chiusa il 24, 25, 26 Dicembre)
                         aperture nei giorni 8, 27, 28, 29 dicembre

 
E' ormai una consuetudine per la Galleria Papini presentare nel mese di dicembre di ogni anno l'iniziativa JUST A PRESENT.

 
E' questo un evento  con il quale la Galleria Papini dà in omaggio un'opera d'arte di un artista di valore, a tutti coloro che si iscriveranno come soci sostenitori per l'anno successivo.

 
In questo 2022 abbiamo il grande piacere di proporre, nell'ambito di questa iniziativa, la mostra “IO E LA LUNA”  di WALTER PAOLETTI, artista anconetano molto affermato, con una carriera ricca di riconoscimenti ed apprezzamenti. Tantissime le mostre personali e autore del libro “Detti del Passetto”, ha sempre riscosso  un considerevole successo.

 
Con questa mostra Paoletti, con grande generosità, mette a disposizione 50 suoi quadri che andranno in omaggio ai nuovi soci sostenitori della Galleria Papini per l'anno 2023. Ognuno può scegliere il quadro che preferisce che potrà essere anche un prezioso regalo di Natale.
 
                                                                                                         La Presidente
                                                                                              Anna Maria Alessandrini


 Licini è salito dalla terra al cielo mentre io in cielo non arrivo mai
Walter Paoletti

 
Una riflessione esistenziale che volge “in levare”, il cui punto di partenza è la corrispondenza tra le colline e il corpo femminile, come lo è Lunatica, è il fil rouge che lega indissolubilmente Walter Paoletti al maestro delle Amalassunte e degli Angeli Ribelli. D’altra parte solo chi, come loro, ha scrutato gli orizzonti nostrani nell’alternarsi delle stagioni, con diverse intensità, annotandone grandi mutamenti e piccole variazioni, e cercando in essi le risposte alle domande ultimative, può riassumerne il valore evocativo attraverso un’estrema essenzialità espressiva. Per questo il paesaggio marchigiano, prima disseminato di dolci declivi erbosi popolati da ciuffi arborei e casolari, perde quei sintetici tratti propri dell’indagine morandiana, che avevano accompagnato Paoletti lungo la sua maturazione artistica, e prende ad ambire ad una vaghezza imperitura.  
Mano a mano, non rimangono che silhouettes e profilature di queste terre “madri”, sintomo di una pittura e di una modellazione scultorea, mai immediata e diretta; piuttosto, di una trasposizione che passa dalla mimesis ad una consonanza interna e personale, distante e differente dalla verosimiglianza paesistica. Ma questi lavori non sono esempi di marcato geometrismo astratto, bensì, sfondi colorati solcati da paesaggi necessari o torri totemiche, sempre tutelati dalla “Luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco”, come scriveva Licini nel 1950. Ed infatti, le linee e le sagome che sono l’ancoraggio terrestre di queste opere liriche, aprono un dialogo con l’astro e, a volte, persino rifulgono di scintillante luce lunare.   
La luna, che dai pennelli di Paoletti è scaturita vent’anni fa, è qui da intendersi in due diverse accezioni: da una parte si fa fulcro metafisico, centro di equilibrio e armonia, che, dal suo osservatorio privilegiato, sorvola la terra cogliendola nell’efficace sintesi procurata dalla distanza. Dall’altra, quale millenaria confidente dei nostri affanni, cerca un bilanciamento con la superficie terrestre e, attestandosi, spesso, nei pressi della linea mediana di queste inquadrature assiduamente verticali, si fa interludio capace di intercedere tra l'essenza eterna dell’empireo e noi mortali.  
La tavolozza, composta da “una serie di colori rinunziatari e feriali” come scrisse Brandi di Morandi, si dota di un nero polveroso, testimone e documento degli inizi con Flavio Panni, primo mentore nella disciplina pittorica, e di colori metallizzati argentei e dorati che sono luce pura, vibrante e motile sulla superficie grezza della tela nuda che mangia i colori inzuppando le fibre.  
La scuola di Morandi, filtrata dai raggiungimenti cezaniani, torna nel percorso di creazione dei cinquanta dipinti cadeaux che concludono una serie partita da dimensioni immersive e poi declinata in multiformi variazioni. In questi concisi e poetici scampoli bruciati e reincollati su una base non preparata, vengono elencate una ricca serie di possibili combinazioni di pesi, profili e colori, sperimentando, con dedizione e pazienza, l’analiticità del procedimento seriale.  
Un Pierrot, unica immagine priva di stilizzazioni, svela il sapore metapittorico di questa esposizione; il pagliaccio triste, spettatore dell’intero corpus, sembra interrogarsi sul rapporto con la luna e la sua idealità: quel cerchio, replicato sul berretto conico in nero, è il segno manifesto della terrestrità di Paoletti e, forse, di un futuro rovesciamento dello sguardo.  
Nicoletta Rosetti

 
BIOGRAFIA DI WALTER PAOLETTI

 
Walter Paoletti nasce nel 1948 a Mondavio (PU) dove trascorre i primi anni d’infanzia, e si trasferisce ad Ancona nel 1955.
Inizia a dipingere nel 1971. L’anno successivo si avvicina con entusiasmo e curiosità alla Galleria Puccini di Ancona, ora denominata Galleria Papini, diventandone socio.
Da sempre suoi punti di riferimento sono la pittura astratta, in particolare quella di Burri ed Afro e l’opera del maestro bolognese Giorgio Morandi. L’interesse per queste due polarità lo porta a ricercare un originale compendio tra la rappresentazione del paesaggio, nello specifico quello marchigiano e l’astrazione geometrica.
Si cimenta anche nella scultura sperimentando l’assemblaggio di forme e geometrie ed anche in questo campo ricerca tecniche e materiali insoliti.
Ha allestito numerose mostre collettive e personali.
Nel 2018 è stata allestita una sua mostra all’interno del Rivellino della Rocca Roveresca di Mondavio.
Attualmente continua la sua ricerca artistica spaziando tra le diverse forme espressive.


 
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