I paesaggi della memoria - Associazione Culturale Galleria Papini

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I paesaggi della memoria

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I PAESAGGI DELLA MEMORIA – ITALO DI TONDO
“il mio principale interesse è per  le forme e i colori”

Inaugurazione sabato 5 Ottobre 2019 - ore 18.00
Orario: dal martedì alla domenica 17.30 – 19.30
 
Di forme, umane e architettoniche, di colori saturi e luminosi, della densità della materia pittorica, dell’alternanza tra primo piano e sfondo sono composti i paesaggi della memoria di Italo di Tondo. Molto lontana dall’iconica idea dei cassetti gonfi di storie e memorie, la rappresentazione del vissuto e del pensato che Italo affida alle sue tele è un racconto personale e intimo che al tempo stesso sa però evocare temi e soggetti collettivi e condivisi.

I pennelli sono il mezzo per raccontare brevi epifanie della sua vita nomade, che parte dal tacco del nostro stivale per poi approdare in Sardegna e infine tra le dolci colline marchigiane. Tracce indelebili della sua formazione giovanile sono ravvisabili nelle materiche pennellate informali e nei ritagli di tela incollati al supporto finale che si combinano alla grande passione per i capolavori della storia dell’arte, specialmente quelli del Rinascimento, che spesso sono omaggiati tramite stralci di volti, dettagliati o ridotti a sagome pulsanti di colore. Un background arricchito dagli studi di architettura e dalla grande passione per edifici e monumenti intesi come paesaggi entro i quali l’uomo vive e rappresenta se stesso.

Questa nuova serie riprende dal punto esatto in cui i pennelli erano stati “appesi al chiodo”  rivelando il lavorio, tutto mentale e mai interrotto, che ha continuato a progettare aggregati figurativi tenuti insieme da una forte visione personale.  Il trittico “Blu”, ultima opera della precedente ricerca, è il tassello necessario a comprendere le differenze che intercorrono tra due corpus distanti un decennio: lo sfondo,qui, è una campitura tersa realizzata con un cocktail di sette colori sulla quale si dipana un monologo interiore in tre atti che si fa flusso di coscienza e racconta di un’umanità profonda e fusa alla sua storia e ai suoi luoghi sintetizzando questo assunto in una zoomata finale dove il volto femminile, che riassume in sé l’archetipo della dea madre, è coronato da una piccola chiesa.

Poi qualcosa si rompe e, come un martello che colpisce uno specchio, le composizioni si parcellizzano e le narrazioni lasciano il posto alle epifanie: lo sfondo si frammenta in campiture intervallate da spazi bianchi, eterei e azzeranti, le figure umane vanno isolandosi, sia quando citano i grandi maestri, sia quando si fanno sagome avvinte in vortici di colore, le architetture si rivelano fulcro della composizione, illuminate da luci d’autore che ne esaltano i dettagli e le volumetrie. I colori, accesi e squillanti, trascendono la scala dei blu lasciando il passo ai verdi ed anche la superficie levigata cede il posto a pennellate dense e stratificazioni di stucco e tela. Tornano, protagoniste, le macchie: sono loro a tracciare le vie d’ingresso nel cuore delle opere ed è a loro che l’autore affida il proprio ritratto emozionale.

Risuonano nuovi e complessi orizzonti morali e sociali: l’unità lascia il posto ai frammenti e le figure lasciano spazio a macchie e sagome confuse nel colore denso e fumoso. Un corpus che ci guida attraverso una rilettura di quel prodigio che è la nostra mente: una concrezione di ricordi che è possibile arricchire di nuovi aspetti e riconsiderare in base a nuove osservazioni o riflessioni, siano esse personali o emozionali. Il paesaggio della memoria è dunque uno spazio indefinito, destinato a mutare e evolvere: costellato di momenti luminosi e ricordi limpidi e di altri spazi e altri momenti rappresi in un magma pulsante e primordiale.

Nicoletta Rosetti


Italo Di Tondo  - Biografia

Italo di Tondo è nato a Castro Marina (Lecce) il 15 novembre 1946.

Frequenta il Liceo Artistico di Lecce, i corsi di Decorazione Pittorica presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce e dal '78 all' '85 arricchisce la propria formazione culturale frequentando l'Università di Architettura di Firenze.

Inizia ad esporre le sue opere già dal 1963 riscuotendo immediatamente i favori del pubblico e della critica.

Risiede ad Ancona dove ha insegnato fino al 2004 presso il Liceo Scientifico Galilei.

Ha allestito personali e partecipato a collettive, rassegne nazionali ed internazionali (Lecce, Roma, Milano, Pavia, Palermo, Torino, Berlino, Nizza, Bologna, Ravenna, Firenze, Bruxelles, Napoli, Benevento, Piacenza, Trento, Ancona, ecc.).

Sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.
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