The embodied difference - Associazione Culturale Galleria Papini

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The embodied difference

Mostre > 2016
The embodied difference” - Mostra d’arte di Silvia Fiorentino
17 Settembre – 2 Ottobre 2016

Inaugurazione sabato 17 Settembre 2016 ore 18.30
Orario: tutti i giorni 18.00 – 20.00 (Lunedì chiuso)

Silvia Fiorentino è l’artefice di un linguaggio dalla connotazione fortemente meditativa, il cui significato è stato definito da Valerio Dehò come una sorta di “patrimonio personale”.
Un patrimonio impossibile da depredare, ma che oggi abbiamo la possibilità di conoscere grazie al percorso che l’artista ci invita a intraprendere e che inevitabilmente investe la sfera sociale, toccando uno dei temi più attuali e più sentiti del nostro tempo, quello della differenza.
Differenze di genere, sociali, culturali, sessuali, d’opinione, che quotidianamente ci accompagnano, ponendoci davanti alla sfida della convivenza col diverso, grazie alla quale possiamo distruggere la corazza dell’abitudine e della convenzione.
L’interesse per i temi sociali e per le dinamiche della vita collettiva trasforma il linguaggio ermetico dell’artista in baluardo, in canale di comunicazione tra il singolo e la molteplicità, all’interno di un esperimento già effettuato tramite le Architetture sentimentali installate nelle piccole realtà cittadine, dove a entrare in gioco è il tema dell’appartenenza.
Appartenenza alla categoria, alla comunità, al territorio, alla cultura. Essa costituisce il nostro essere, ma non deve costruire un muro invalicabile che ci divide, al contrario, deve essere un canale che unisce, un affluente tra culture che possono e devono sfociare in un unico grande oceano.
Appartenenza e differenza come due facce della stessa medaglia i cui significati sono al centro della ricerca di Silvia Fiorentino, la quale si serve della molteplicità anche nelle tecniche artistiche da lei adottate all’interno di un processo creativo che è il fulcro di lunghe meditazioni e profonde riflessioni scaturite dalle acute osservazioni del mondo circostante, indagato con straordinaria minuzia e intelligenza.
L’atto creativo prevarica il risultato finale all’interno di un processo dinamico che si serve di una molteplicità di strumenti, di tecniche, e di linguaggi, al fine di tracciare un percorso dove è la genesi dell’opera ciò che viene davvero mostrato.
Il movimento reale dell’opera rafforza il moto intellettivo da parte dell’osservatore, il quale è invitato a interagire con i materiali stessi, a tratti ingannevoli, quasi metamorfici, che escludono qualsiasi lettura univoca lasciando spazio ad una vasta pluralità dei piani di lettura.
Il significato della ricerca dell’artista è quindi interamente racchiuso all’interno di ogni singola opera che appartiene, ma allo stesso tempo scivola nel flusso dinamico della continua metamorfosi rendendosi differente dalle altre e riflettendo la velocità del cambiamento del mondo moderno.
L’artista è madre, artifex che dona la vita alle proprie opere soffermandosi a lungo sull’atto creativo, specchio di una società in continua evoluzione dalla quale è impossibile sfuggire.
Giulia Naspi
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